L’emendamento proposto in Commissione Giustizia al Senato richiede di istituire il Tribunale per persone, minorenni e famiglie con competenze su separazione, divorzi e materie del Tribunale dei minori.
Un Tribunale, quindi, che si occuperà di separazioni, divorzi e di tutte le materie di cui si occupano oggi i Tribunali per i Minorenni.
Cosa comporta questa novità?
Si parla dell’introduzione di un rito unitario in materia di persone, minorenni e famiglie, un modello ispirato a criteri di rapidità ed efficacia, con espressa previsione di ampi poteri per il giudice, nelle materie relative a diritti indisponibili.
Il Tribunale, secondo la proposta, dovrebbe essere organizzato in sezioni distrettuali, istituite presso ciascuna Corte d’Appello (o sezione di Corte d’Appello), e in sezioni circondariali, presso ogni sede di Tribunale ordinario, con diverse competenze.
Le sezioni distrettuali sarebbero competenti per tutte le materie oggi attribuite al Tribunale per i Minorenni (civili, penali e di sorveglianza), le sezioni circondariali si dovrebbero occupare di tutto l’ambito civile in materia di famiglia, escluso quanto di competenza del giudice tutelare.
Le decisioni delle sezioni circondariali saranno appellabili innanzi alle sezioni distrettuali (in composizione collegiale, ma del collegio non potrà far parte il giudice che ha emesso il provvedimento), mentre per le decisioni di queste ultime è prevista l’impugnabilità innanzi alla Corte d’Appello.
Per quanto riguarda i procedimenti civili, nelle sezioni circondariali giudicherà il giudice monocratico, mentre in quelle distrettuali il collegio di tre giudici.
Nei procedimenti di adozione, invece, la sezione distrettuale giudicherà in collegio di quattro giudici, due togati e due onorari. Mentre nelle materie penali e di sorveglianza le sezioni distrettuali lavoreranno in base alle regole applicate oggi dal tribunale per i Minorenni.
L’istituzione di questo nuovo Ufficio dedicato interamente al Diritto di Famiglia, dovrebbe sveltire i procedimenti relativi a diritti indisponibili, che oggi risultano essere spesso troppo lunghi in relazione alla delicatezza delle materie trattate.